La storica centrale a carbone di Torre Valdalica Nord è stata spenta definitivamente a fine 2024, segnando la fine di un’era energetica basata sui fossili.
Al suo posto si sta creando un ecosistema di fonti rinnovabili integrato: un parco eolico offshore galleggiante, un impianto fotovoltaico a terra e un sistema di produzione e stoccaggio di idrogeno verde.
Un progetto nato dal basso
L’11 aprile 2025 l’Ecoistituto ReGe ha organizzato una videoconferenza per illustrare il percorso partecipato.
- Mario Agostinelli (fisico, presidente dell’associazione Laudato si’) – dalla ‘gabbia fossile’ alla transizione partecipata;
- Marco Piendibene (Sindaco di Civitavecchia) – governance e cronoprogramma;
- Mauro Mei (consigliere comunale con delega alla transizione energetica) – partecipazione civica;
- Ing. Luigi Severini – specifiche tecniche e iter VIA.
Il parco eolico offshore: numeri e vantaggi
Il parco eolico galleggiante comprende 27 turbine da 15–20 MW ciascuna, con strutture triangolari in acciaio da 3500–5000 tonnellate e diametro di base fino a 12 m.
Sorge su fondali tra 220 e 300 m di profondità, a circa 15 km dalla costa, e garantisce una potenza complessiva di 504 MW, immessa nella rete nazionale tramite il nodo Terna di Civitavecchia.
Fotovoltaico e idrogeno verde
Su aree dismesse è in fase di realizzazione un parco fotovoltaico da 200 MW, che integra la produzione eolica nei periodi di maggiore irraggiamento solare.
Durante i picchi di sovrapproduzione, elettrolizzatori da 50 MW convertono l’energia rinnovabile in idrogeno verde, immagazzinato in serbatoi dedicati o tramite sistemi idroelettrici riqualificati.
Governance e filiera locale
Comune di Civitavecchia, Regione Lazio e Governo nazionale collaborano in un modello di just transition, riqualificando i lavoratori ex-carbone per le nuove filiere industriali.
Il progetto è finanziato da Plenitude (Eni), Cassa Depositi e Prestiti e investitori internazionali, puntando a creare opportunità occupazionali locali.
Sfide e prossimi passi
- Iter VIA: completamento della Valutazione di Impatto Ambientale e rilascio del decreto ministeriale;
- Porto green: adeguamento infrastrutturale, da €100 M a €540 M stimati;
- Comunità energetiche: avvio di progetti locali e implementazione del cold ironing entro maggio 2026;
- Formazione: corsi specialistici per giovani e personale riconvertito.
Un modello replicabile
L’esperienza di Civitavecchia si affianca ai progetti di Taranto, Sicilia e Sardegna, candidandosi a polo di riferimento per l’eolico offshore nel Mediterraneo.
Questo modello dimostra che una transizione ecologica partecipata è non solo possibile, ma già operativa, supportando gli obiettivi del PNRR e del Green Deal europeo.