Gianfranco Porcile
Coerentemente con le nostre finalità statutarie di formazione ambientale e promozione di una cultura del rispetto della natura e di promozione della salute degli esseri viventi, in previsione delle prossime elezioni regionali in Liguria ci sembra di rendere un utile servizio al dibattito politico che sta prendendo corpo in questi giorni esplicitando quelli che potremmo definire i nostri punti di riferimento, i nostri Punti Cardinali, la nostra Bussola dei Valori.
- Il concetto di Bene Comune. Aria, acqua, silenzio, mare, ambiente, paesaggio,…Sono tutti Beni Comuni di cui ognuno ha diritto di usufruire fino al punto di non ledere lo stesso diritto degli altri. Il nostro Pianeta è la Casa Comune, di cui ci parla Papa Francesco nella Enciclica “Laudato Si’” (2015). Tutti siamo viaggiatori su una astronave chiamata Terra che dobbiamo tutelare e mantenere pulita e vivibile per noi oggi ma anche per le generazioni future, secondo l’insegnamento di Alexander Langer (anche se Alex non usò in realtà la metafora dell’astronave). “La posta in gioco è salvare la casa comune. Il termine “casa” indica il Pianeta e, insieme, la società; il termine “comune” riguarda l’umanità intera. La lotta per difendere la casa comune è la lotta per una società pacifica in armonia con la natura” (Roberto Mancini, su Altreconomia n.220, 2019)
- La Crescita Qualitativa. I Limiti dello sviluppo erano già stati ben descritti nel lontano 1972 da Aurelio Peccei ed il Club di Roma: è ormai risaputo e dimostrato che uno sviluppo inteso come crescita quantitativa all’infinito non è sostenibile, ma d’altra parte non è neppure possibile. Soltanto le cellule tumorali crescono indefinitamente ( e comunque anche la crescita neoplastica ha dei limiti). E’ pertanto indispensabile scegliere una Crescita Qualitativa secondo l’insegnamento di Fritjof Capra (Edizioni Aboca, 2013), per un’economia ecologicamente sostenibile e socialmente equa. L’impegno è anche quello di ricordare le lezioni su sviluppo e disuguaglianza di Amartya Sen, premio Nobel per l’economia 1998.
- I Cambiamenti Climatici. Aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, surriscaldamento del Pianeta, effetto serra, scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello del mare,ecc. Sono solo alcune delle prove di una Alterazione del Clima che solo un cieco o uno sciocco non vede o non vuole vedere. Ci stiamo incamminando sulla strada della estinzione della razza umana: ma il problema non riguarda il futuro, il problema è già oggi presente in tutta la sua drammaticità. Il movimento dei giovani “Fridays for Future” è la risposta addolorata e responsabile dei giovani che chiedono agli adulti di intervenire, ma questi, ad oggi, hanno raccolto molti applausi e nessun intervento concreto.
- Economia Circolare. E’ necessario un nuovo modello di società con una economia responsabile che sia in grado di auto mantenersi e quindi sia sostenibile con una drastica riduzione delle risorse consumate e dei consumi in generale, basata su prodotti che siano riciclabili e riutilizzabili in un circolo virtuoso. D’altra parte la storia umana è vissuta sempre senza produrre rifiuti fino a meno di cento anni fa. Ma l’economia circolare non è soltanto una strategia di gestione dei rifiuti: è necessario un approccio olistico che includa, oltre a quello delle materie seconde, altri grandi capitoli ad iniziare dalla Alimentazione e dalla Mobilità.
- Energia. E’ prima di tutto necessario ridurre la quantità di energia che consumiamo oggi. Non è difficile: se molti di noi indossassero un pullover in più quando stanno in casa nella stagione fredda o andassero a piedi al posto di usare l’automobile, il risparmio sarebbe significativo. Basta con l’energia di derivazione fossile (“Ciao Fossili. Cambiamenti climatici. Resilienza e futuro post-carbon” Luca Lombroso 2016). Si deve puntare sulle energie rinnovabili: solare ed eolico prima di tutto, ma anche maree, geotermico, idroelettrico, ecc. Certo la scienza deve risolvere ancora problemi tecnici per consentire l’accumulo e la conservazione di energia (accumulatori, batterie,ecc.) ma la strada delle rinnovabili è irrinunciabile. In questo senso il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale 2014-2020) appare oggi frutto di una logica ormai superata, per cui sarà urgente stilare ed approvare un nuovo Piano Energetico Ligure concretamente indirizzato alla efficienza energetica ed alle (vere) energie rinnovabili.
- Territorio, Agroecologia, Alimentazione consapevole. Il limite al consumo di suolo e la tutela del territorio sono punti fondamentali per una regione che, pur essendo la regione italiana con maggior superficie boschiva, ha sempre guardato al mare dimenticando l’entroterra. La salvaguardia del Paesaggio ha un valore estetico di recupero di una Bellezza naturale, ma anche etico e di opportunità di lavoro. Una agricoltura rispettosa dei ritmi della natura è la base per una filiera agro-alimentare sostenibile e coerente con una nutrizione corretta e responsabile. L’attenzione al territorio vuol dire anche rimediare a quel dissesto idrogeologico che rappresenta uno dei problemi più gravi della Liguria. In questo senso il rilancio dei Parchi e del Verde, pubblico in particolare, è un passo fondamentale verso il rispetto dell’ambiente e della biodiversità, ma rappresenta anche una opportunità concreta di lavoro e nuove professioni. E’ importante però che non si perda di vista l’unitarietà di tutti questi aspetti che, spesso frammentati in competenze tecniche e deleghe assessorili diverse, devono essere ricondotti ad un approccio globale e sistemico.
- Una regione a misura di bambino. Potrebbe anche sembrare uno slogan, potrebbe essere una parola d’ordine. Una vision di questo tipo comprenderebbe un po’ tutto: una mobilità che privilegi le utenze deboli (pedoni, ciclisti) con zone 30 e isole pedonali; il Verde pubblico come fattore di bellezza urbanistica e di salute, come filtro alle polveri e ruolo fonoassorbente con spazi per la vita e il gioco all’aria aperta; una politica dell’attenzione e dell’accoglienza solidale nei riguardi dei bambini ma anche di tutte le fasce disagiate e fragili (anziani, portatori di handicap, homeless, immigrati, periferie, famiglie con problemi economici, disagio mentale); una sanità che sia prima di tutto ambiente e salute prima che un prestazionificio; assistenza alla donna e alla famiglia (non soldi ma servizi, asili nido, tutela della donna); un’ottica generale di speranza concreta (verrebbe da dire “un’utopia concreta” alla Langer) che guardi al futuro non con una rituale retorica ma con la sana convinzione che la Bellezza della Natura e del Paesaggio del presente sono la chiave di lettura per “un Nuovo mondo possibile” in cui riscoprire di nuovo la Bellezza della Persona Umana. In questo la regione Liguria (ma anche la Regione Liguria) potrebbe essere un segnale, diventare un modello per le altre regioni italiane.