La prevenzione sanitaria in Italia è a un bivio critico. Considerata una “gamba fondamentale” del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sta affrontando una crisi profonda che ne mina l’efficacia. Questo è stato il tema centrale dell’evento “La prevenzione ti può cambiare la vita (seconda parte)”, proseguimento del primo incontro sul tema, tenutosi a Genova e organizzato da realtà locali come Zenzero, CGIL SPI Lega Bassa Valbisagno ed Eco Istituto RE.GE.. Figure esperte come Mauro Vagliani, ex Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Empoli, e Paolo Lauriola, medico di sanità pubblica affiliato a ISDE Italia (Associazione Medici per l’Ambiente), EPHA (European Public Health Alliance) e supportato dalla FNOMCEO, hanno analizzato le cause del declino e proposto soluzioni, evidenziando il potenziale delle cure primarie e della partecipazione dei cittadini.
Il “crollo” della prevenzione in Italia: la diagnosi di Mauro Vagliani
Mauro Vagliani ha descritto un vero “crollo della prevenzione”, sintomo di una più ampia crisi della sanità pubblica italiana. Un declino non solo di risorse, ma anche “ideologico”, che favorisce la prestazione immediata sulla rimozione delle cause delle malattie. Questa situazione impatta negativamente sulla salute pubblica nazionale.
Criticità settoriali: lavoro, ambiente, screening
Vagliani ha dettagliato le aree più colpite:
- Salute e Sicurezza sul Lavoro: Peggiorano gli indicatori di infortuni e malattie, spesso collegati alla precarietà indotta da appalti a cascata. Preoccupa la tendenza a separare vigilanza e prevenzione.
- Ambiente e Salute: Cruciale per la prevenzione primaria, questo settore soffre per la mancanza di sistemi informativi, l’incompleta attuazione del Sistema Nazionale Prevenzione Salute Ambiente (SNPSA) e la drammatica carenza di personale dedicato nei Dipartimenti di Prevenzione.
- Screening Oncologici: L’Italia mostra profonde disuguaglianze territoriali, con basse coperture al Sud che limitano l’efficacia preventiva dei programmi (es. screening colon-retto). (Approfondimenti sugli screening nazionali sono disponibili sul sito del Ministero della Salute).
- Preparazione Pandemica: Il nuovo piano pandemico nazionale è in grave ritardo.
Copertura screening colon‑retto 2023 – Italia 27 %, Isole 12 %.
Fonte: Rapporto Screening Ministero Salute 2024.
Per Vagliani, serve un riassetto organizzativo e un cambio politico-culturale per integrare efficacemente prevenzione sulla persona, ambientale e lavorativa.
Cure primarie e medici sentinella: il ruolo chiave secondo Paolo Lauriola
Paolo Lauriola (ISDE, EPHA) ha focalizzato l’attenzione sul legame tra cure primarie e prevenzione, sottolineando il ruolo centrale dei medici di famiglia (MMG). In un mondo complesso (concetti come One Health, Planetary Health), la Primary Health Care (PHC) è vista come l’approccio più inclusivo ed efficace.
Malattie da vettori in crescita: West Nile +4,4 %, Dengue +28 – 27 %.
Complessità, sanità d’iniziativa e progetto RIMSA
I medici di famiglia, secondo Lauriola, sono essenziali per:
- Implementare la “sanità d’iniziativa” e il Chronic Care Model, agendo precocemente sui rischi.
- Promuovere la salute e l’empowerment dei pazienti.
- Funzionare come “Medici Sentinella per l’Ambiente“: figure capaci di monitorare l’impatto ambientale sulla salute (allergie, malattie infettive emergenti) spesso invisibile alle statistiche tradizionali. Ha illustrato il progetto RIMSA (Rete Italiana Medici Sentinella per l’Ambiente), nato per formare e supportare i medici in questo compito (maggiori info sul sito ISDE Italia).
Lauriola ha evidenziato la necessità di formazione specifica e ha discusso la potenziale riforma dei medici di famiglia verso un rapporto di dipendenza dal SSN, per integrarli meglio nelle Case di Comunità previste dal DM 77/2022, nonostante le sfide legate alla carenza di medici.
6691 studi sui Medici Sentinella – solo 15 su Ambiente & Salute (slide Lauriola).
Il caso Skymetro a Genova: prevenzione e partecipazione ignorate?
L’intervento di Maura Rossi (Comitato No Skymetro) ha esemplificato le criticità a livello locale. Ha denunciato come nel progetto Skymetro a Genova, l’impatto sanitario sia stato, a suo dire, ignorato: mancata Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), sottostima dei rischi (polveri, rumore, inquinanti chimici) e chiusura al dialogo con i cittadini. Una situazione che riflette la disconnessione tra decisioni politiche e tutela della salute ambientale e pubblica.
Appello alla responsabilità: politica, cittadini e operatori sanitari
Un tema ricorrente è stato il divario tra evidenze scientifiche e azione politica. È emerso un forte appello alla responsabilità collettiva. Citando J.F. Kennedy, Lauriola ha invitato a un impegno attivo (“cosa potete fare voi per il vostro paese”). Se da un lato la politica appare distante, dall’altro risponde agli stimoli della società. Da qui l’importanza della partecipazione dei cittadini e dei comitati nel “chiedere conto e fare proposte”.
Prospettive future: integrazione, riforme e ruolo dei medici
Nonostante il quadro critico, esistono prospettive. Le proposte includono maggiore integrazione tra servizi, valorizzazione delle cure primarie, e riforme strutturali come quella possibile per i medici di medicina generale. Il malessere diffuso tra gli operatori sanitari, specie tra i più giovani, potrebbe essere un catalizzatore per un cambiamento verso un modello di sanità pubblica più orientato alla prevenzione e alla salute della comunità.
In conclusione, il dibattito a Genova ha ribadito l’urgenza di investire nella prevenzione sanitaria come scelta strategica per il futuro del SSN e del benessere collettivo, un obiettivo raggiungibile solo con l’impegno sinergico di istituzioni, professionisti sanitari e cittadini consapevoli.