Economia circolare e Unione europea: percorsi e sfide verso un’Europa unita

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Giorgio Grimaldi

Dal 2015 l’UE ha avviato un Piano d’azione per l’economia circolare con l’obiettivo di promuovere la transizione verso un’economia sostenibile. Nel marzo 2019 un Rapporto della Commissione europea ha tracciato il bilancio dell’implementazione del Piano d’azione, giunto così ad una prima valutazione. Tanti sono i percorsi avviati e anche le incognite, nonché le incoerenze dell’UE e soprattutto dei suoi paesi membri; a questo riguardo è quanto mai necessario riprendere la costruzione di un’Europa come federazione democratica per rendere più efficace l’azione propria dell’UE e di tutti gli attori coinvolti in questa sfida epocale (Stati, enti locali, mondo economico-finanziario, organizzazioni sociali, cittadini). L’economia circolare si inserisce, infatti, in un progetto futuribile ecosostenibile che riguarda trasversalmente tutta la società mondiale e attraverso il quale l’Europa può rigenerarsi come potenza civile, ristrutturandosi come federazione ecologica al servizio della pace, del benessere e della cura per la casa comune. Attuando la visione di ecologia integrale dell’enciclica “Laudato sì”, anch’essa uscita nel 2015, recuperando il valore dell’ecologia umana e rifiutando la cultura dello scarto (dalle molte ramificazioni etiche, sociali, culturali, economiche, politiche), l’economia circolare può costituire un passaggio fondamentale verso una società della convivenza e dell’inclusione frutto dell’educazione ambientale e della conversione ecologica e per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

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